Il Cùscusu è il protagonista indiscusso delle tavole trapanesi, un piatto intimamente legato alla tradizione e alla cultura della città. Di origine Berbera, a Trapani ha trovato una sua applicazione originalissima, preparato lentamente e con cura, cotto rigorosamente a vapore è condito con zuppa di pesce. (nella versione piu’ tradizionale)
Estetica, gusto e profumo del Cùscusu sono davvero diversi, e dipendono da più elementi: l’ottima qualità del grano duro siciliano, che assorbe poca acqua e tiene bene la cottura a vapore; una tecnica di lavorazione a mano che dà maggior volume ai granelli di semola; una molitura apposita, ideata dai nostri mugnai; e ancora, le cotture separate degli ingredienti principali; il condimento a base di pesce; i sapori della zuppa nostrana (la ghiotta).
D’antica appartenenza alla nostra identità territoriale, il nome Cùscusu chiede rispetto. Mentre rivendica la propria differenza, custodisce una traccia delle proprie origini. Si muove fra cultura materiale e piacere della tavola. Sfida le fonti storiche e l’abilità del cuoco.
Consegnatoci dalla tradizione come piatto festivo o dei giorni di magro, il vero cùscusu trapanese impiega la semola fresca e richiede da tre a cinque ore di preparazione, sia in famiglia che nei migliori ristoranti.
Il Cùscusu diviene l’emblema di una cucina appassionata, colorata, saporita, di qualità, barocca e amorevole come quella trapanese. Piatti, ma anche dolci, che conservano ancora elementi importanti della tradizione locale, tramandati di generazione in generazione. Un patrimonio unico, da salvaguardare e proteggere da “incursioni commerciali”.